Dicono che sono una persona positiva e che vedo sempre il bicchiere mezzo pieno ma a volte mi domando se, per caso, questo non voglia dire sembrare, con un'espressione che si usa spesso dalle mie parti, una "cogliona". In effetti, non avendo mai avuto per ora grossi problemi se non quelli del vivere quotidiano, ho sempre cercato di vedere negli eventi un lato positivo da poter sfruttare, da considerare come un'esperienza che possa servire nel caso che quella o quell'altra difficoltà, o simili, si dovessero ripresentare. Però, a ben considerare, mi rendo conto che spesse volte questo mio atteggiamento è stato interpretato dagli altri come una sorta di debolezza della serie "ok, me ne posso approfittare. Tanto lei è così disponibile" oppure "ma sì! diciamolo a lei, tanto non si offende mica!" o ancora "facciamolo fare a lei, tanto "no" non ce lo dice" ...e potrei continuare all'infinito. Così che quando mi sento dire che sono troppo "buona" ultimamente mi viene da pensare che il significato di questo aggettivo sia in realtà che sono troppo "bischera"; soprattutto se ripenso al trattamento che mi è stato riservato in tanti anni di lavoro da persone che solo adesso, che dal lato vecchio lavoro è quasi finita, si dimostrano veramente per quello che sono: ipocriti e meschini, ruffiani ed egoisti.
Il vero nocciolo della questione è che ho un'innata fiducia nel prossimo, ho sempre, o quasi, la convinzione che le persone agiscano in buona fede e che, in caso contrario, ci sia sempre una giustizia anche terrena per cui ognuno raccoglie quello che semina. Io non riesco a concepire di premeditare un'azione con il solo scopo di prevaricare un'altra persona ma semmai cerco qualsiasi modo per poterci convivere e collaborare, specialmente se siamo sulla stessa barca.
Certo, anch'io ho sicuramente i miei difetti, ma tanti! Però spero, con il mio modo di essere e di agire, di non abbassarmi mai al livello di alcune persone con cui ho avuto a che fare ultimamente... a costo di essere davvero una cogliona!
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