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mercoledì 10 agosto 2011

La fiera di San Lorenzo

Oggi si fa festa nel paese dove abito per la Fiera di San Lorenzo.
Le origini di questa fiera risalgono al 1610 quando...

"i rappresentanti della Comunità di Pontassieve fecero richiesta al Sovrano (e per esso all’Auditore delle Riformagioni, Lorenzo Usimbardi) del permesso di istituire una fiera annuale che affiancasse il mercato settimanale istituito alla fine del XIV secolo; questo appuntamento sarebbe servito soprattutto per smerciare i manufatti di produzione locale, ed in particolare i prodotti dell’industria tessile.
La domanda incontrò parere favorevole sia da parte della dogana di Firenze, sia da parte dell’Arte della Lana, sia infine dai rappresentanti delle comunità vicine (S. Giovanni, Poppi, Bibbiena, Castel S. Niccolò); le uniche obiezioni vennero da Pratovecchio, per il timore che la nuova fiera danneggiasse quella che già si svolgeva a Stia il 16 agosto.
Il Granduca Cosimo II approvò la richiesta, limitando inizialmente la concessione per 3 anni: successivamente il rilascio del privilegio venne rinnovato di triennio in triennio, fino a che (nel 1751) i rinnovi divennero quinquennali.
Non è facile stabilire il significato economico che la fiera di San Lorenzo riuscì ad a avere, soprattutto in relazione al compito precipuo che le era stato assegnato, quello cioè di smercio dei prodotti della locale industria tessile: sappiamo per certo che i lanaioli pontassievesi si servivano per la vendita all’ingrosso dei loro prodotti della grande fiera di Prato, nota a livello regionale e extraregionale.
Essa dovette comunque assolvere un ruolo importante, richiamando traffici soprattutto dall’alta val di Sieve e dal Casentino, parallelamente anche al sempre maggiore spazio riservato nel suo ambito (a partire dal Settecento) anche alle granaglie ed altre merceologie di prodotti.
Nel periodo francese essa era considerata "assai considerevole", grazie alla vendita di una larga gamma di prodotti (in particolare frumento, bestiame, pollami, panni e tele), e tale si mantenne nei decenni seguenti
."
(Tratto da F. Martelli, La Comunità di Pontassieve e i suoi lanaioli. Aspetti di vita economica dal XVI al XVIII secolo, Firenze, Sansoni, 1983)



Anche se oggi ha perso praticamente del tutto il suo significato iniziale e la maggior parte dei banchi non sono certo gestiti da gente del luogo, rimane comunque un evento affascinante, un momento di ritrovo e di tradizione.
Immagine presa da qui

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